Una delle ragioni che fa di Bali uno di quei luoghi speciali che nella vita occorre vedere almeno una volta, e dico almeno…. sono le sue maestose e tentacolari risaie verdi.
La loro vista ti aprirà il cuore, il verde che le caratterizza è talmente verde da abbagliarti e farti rimanere a bocca aperta. Non stupisce affatto che nel 1981 siano state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e non solo per la bellezza naturale ma per l’affascinante processo alla base della coltivazione del riso.
Sviluppato nel 9 ° secolo, il sistema di irrigazione delle risaie si chiama Subak ed ha completamente modellato il paesaggio di Bali.
I vari vulcani hanno fornito all’isola un terreno fertile che, combinato con un clima tropicale umido, lo rende un luogo ideale per la coltivazione del riso.
L’acqua dei fiumi è stata incanalata in canali per irrigare la terra, consentendo la coltivazione del riso su terrazze piane e montane.
I componenti dei Subak sono le foreste, che proteggono l’approvvigionamento idrico, i campi terrazzati, le risaie, collegate da un sistema di canali e gallerie, i villaggi ed i templi.
I templi sono l’obiettivo principale dell’intero sistema in quanto il passaggio dell’acqua avviene attraverso i templi andando verso il basso per irrigare la terra.
Il riso è un dono di Dio
Per i balinesi, l’irrigazione non sta semplicemente fornendo acqua alle piante, ma piuttosto l’acqua viene utilizzata per costruire un complesso ecosistema artificiale basato su pratiche agricole comunitarie ed egualitarie che ha permesso ai balinesi di diventare i risicoltori di maggior successo in tutta l’Indonesia.
Il riso è visto come un dono di Dio e il sistema subak fa parte della cultura del tempio.
Questo sistema ecologicamente sostenibile lega la società agraria balinese con il tradizionale banjar (comitato di quartiere) e i templi dei villaggi. La gestione dell’acqua ricade sotto l’autorità dei sacerdoti dei templi dell’acqua, che praticano la Filosofia Tri Hita Karana – una relazione tra gli umani, la terra e gli dei. I rituali del tempio dell’acqua promuovono un rapporto armonioso tra le persone e l’ambiente in cui vivono, attraverso l’impegno attivo di concetti rituali che enfatizzano la dipendenza dalle forze della natura che sostengono la vita.
Il Subak si discute in comunità
Il metodo Subak è sopravvissuto per oltre un secolo perché i balinesi credono fermamente in queste tradizioni ancestrali.
La distribuzione dell’acqua è fatta in modo equo, ogni problema che sorge è discusso e risolto in comunità; anche i tempi che regolano la piantagione del riso e la determinazione del tipo di riso da piantare vengono decisi insieme.
Le sanzioni contro ogni violazione sono determinate attraverso cerimonie e rituali eseguiti nei templi.
I membri dei subak, chiamati anche Krama Subak, sono gli agricoltori che coltivano le risaie.
Il sistema Subak è una parte veramente autentica, profondamente radicata e rispettata della cultura balinese, se vorrai saperne di più potrai visitare il il Museo Subak di Tabanan, che ha lo scopo di presentare alle nuove generazioni e ai turisti i metodi alla base di questo antico sistema ancora utilizzato oggi.
Sono sicuro che quando ti imbatterai in questi meravigliosi paesaggi verdi avrai uno sguardo più consapevole!