I 250 km di gallerie sotteranee che si snodano a Cu Chi, ti riportano indietro nel tempo in una realtà incredibilmente difficile da immaginare.
Strutturate su più piani, comprendenti stanze e cucine, ospedali da campo, fabbriche di armi, botole per imboscate e tante altre trappole, le gallerie testimoniano il sacrificio e l’abnegazione di un popolo di guerriglieri, quello dei vietnamiti del nord.
Questi tunnel durante la guerra riunivano le zone controllate dai vietcong che erano state isolate dai bombardamenti e dalle operazioni di terra dell’esercito americano e sud-vietnamita.
Ogni tentativo di sconfiggere i vietcong via terra causò moltissime perdite agli avversari, a causa delle numerose imboscate e attacchi a sorpresa perpetrati da questi guerriglieri contadini, la cui intelligenza strategica ha pemesso di contrastare l’esercito più equipaggiato del mondo.
L’aera di Cu Chi, che si trova nei dintorni di Ho Chi Minh, fu bombardata ripetutamente con gas e defoglianti tanto che la foresta ha cominicato a ricrescere solo negli anni ’80.
Ed è proprio in questo contesto che ci si addentra nella foresta per dare inizio ad una visita imprescindibile per chi vuole capire, una visita che dura circa mezza giornata e può aver luogo in due diverse aree, quella di Ben Dinh, la più attrezzata per i turisti e quella di Ben Duoc.
Il tour inizia con un film in bianco e nero dove vengono raccontate le operazioni di guerra, prosegue con un percorso attraverso la foresta che deve essere necessariamente fatto con una guida locale che ci mostra come si svolgevano le terribili giornate dei guerriglieri e quali erano le trappole infernali che erano riusciti a mettere in piedi con i pochi strumenti a loro disposizione .
Per provare la sensazione della vita da topi vissuta per anni dai guerriglieri, puoi decidere di entrare nei cunicoli preparati per i turisti provando i percorsi da 20, 40 o 60 metri.
Quando li visitai per la prima volta nel 1992 erano talmente stretti che nel gruppo di visitatori solo io e un’amica piccolina come me siamo riuscite ad entrare. Ora sono stati allargati per permettere a un numero maggiore di turisti di vivere questa breve esperienza, ma rimangono comunque angusti e il buio pesto accentua la sensazione di soffocamento.
Verso la fine del tour viene data la possibilità di sparare o lanciare granate, a pagamento, in un poligono allestito proprio a ridosso del bar. La situazione diventa piuttosto surreale: i turisti bevono il loro succo ristoratore tra uno sparo e l’altro, tanto forte che si devono tappare le orecchie. Ammetto che questa novità ci ha lasciati basiti…
Prima di uscire dall’area ci si raccoglie intorno ad un tavolo dove viene offerto del tè e della manioca da intingere in una ciotola di spezie. Siamo rimasti sorpresi dal suo sapore piacevole, e da quanto appaghi la fame e sia nutriente, e abbiamo capito come hanno fatto i guerriglieri a non morire di fame, avendola a disposizione nella foresta.
Rivedere i tunnel poco prima che il mondo si chiudesse in casa per il coronavirus sembra essere stato un segnale, e sicuramente ci basta pensare al sacrificio dei vietcong e ai loro anni bui per capire che resistere nelle nostre case attrezzate per loro sarebbe stato una passeggiata… e allora andiamo avanti!