A Bali il 14 marzo 2021 siamo entrati nel 1943. Era Nyepi, capodanno e giorno del silenzio, dedicato a guardare dentro di sé, facendo introspezione. Si rimane chiusi in casa e non si deve svolgere nessuna attività. Bandite le luci, solo le candele sono ammesse.
Il giorno precedente invece ci si scatena!
SILENZIO, A BALI È NYEPI, CAPODANNO!
Ogni anno nel mese di marzo a Bali accade un evento veramente eccezionale, che capita solo qui e in nessun’altra parte del mondo.
Tutte le strade e le stradine dell’isola si riempiono di creature immense.
Sono creazioni fantasmagoriche, sia classiche che tradizionali, chiamate “ogoh ogoh”.
Alcuni sono l’interpretazione creativa dei personaggi del Mahabaratha e del Ramayana, altri sono la personificazione moderna e a volte sfacciata delle fantasie quotidiane.
Sono fondamentalmente fatti di cartapesta e la loro realizzazione rappresenta un momento molto importante per la vita del villaggio.
Le sfide
Le processioni di ogoh ogoh sono un vero rito per i balinesi e danno ai bambini e ai giovani la possibilità di sfogare la loro vivacità in pubblico, spesso contenuta.
Vengono lanciate sfide e competizioni tra i vari villaggi per vincere il premio della creatura più bella o più mostruosa , dipende dai punti di vista.
Il tutto è punteggiato da forti colpi di razzi di bambù fatti in casa usati come petardi che continuano ad essere utilizzati e far felici i bambini nonostante la loro pericolosità.
Perché Bali fa questo?
Bene, la vera ragione è che l’induismo balinese è permeato di animismo e gli spiriti giocano una parte importante.
Per scoraggiare e spaventare gli spiriti vengono creati gli ogoh ogoh e portati nelle strade il giorno che precede il Nyepi.
Ad ogni incrocio, i portatori girano molte volte su loro stessi in modo da fare attorcigliare i mostri per confondere gli spiriti che si dice viaggino sempre e solo in linea retta!
Dopo la parata, le belle e macabre creazioni vengono portate in ampi spiazzi e date alle fiamme diventando cenere e macerie.
I loro resti polverosi sono tutto ciò che resta di tutta quell’energia creativa.
Questa baldoria è il preludio al Nyepi – il giorno del silenzio – che poi è l’inizio del nuovo anno balinese.
A mezzanotte tutto tace, per indurre gli spiriti a pensare che tutti gli abitanti hanno lasciato l’isola.
Tutti a casa!
Sssshhhhh… comincia il Nyepi!
Nulla si muove.
Non vi è alcun segno di vita umana fuori dalle case, se non il gruppo di pecalan, i guardiani del quartiere, che si aggira per la strada alla ricerca di chi trasgredisce le regole. Gli spiriti malvagi si aggirano nell’aria e occorre fare silenzio per non attirare la loro attenzione.
In questo modo Bali inizia il suo nuovo anno, libero da demoni e cattivi spiriti, e con una nuova energia, speranza e luce per l’anno che verrà.
Nessuna compagnia aerea vola a Bali e l’aeroporto è completamente chiuso.
I turisti sono tenuti a soggiornare nel loro hotel, rimanendo preferibilmente nelle loro camere ma avendo comunque accesso al ristorante e spesso anche alla piscina.
Internet è bloccato o ridotto all’essenziale per i casi di emergenza.
A cosa ci si dedica?
Tradizionalmente, Nyepi è il momento dedicato a guardare dentro di sé, un momento di introspezione e di contemplazione, in cui non di deve fare nulla.
Le luci non sono ammesse, quindi dopo il calar del buio si devono accendere solo le candele, il che ci concede un’atmosfera magica.
Vale la pena, almeno una volta nella vita, essere presenti durante questa festività, così diversa dallo stile del capodanno occidentale.
Inoltre marzo è anche l’inizio della stagione secca, quindi uno dei periodi migliori per visitare Bali.
Pensateci.