Bali: oggi questa è la mia casa… ma dov’è casa?

by Irina

BALI: OGGI QUESTA È LA MIA CASA… MA DOV’È CASA?

bali-irina-colleghi

Quante volte noi expat abbiamo canticchiato ad alta voce il ritornello della canzone di Jovanotti “questa è la mia casa… ma la casa dov’è?”.

Quante volte abbiamo esitato nel rispondere ad una domanda apparentemente semplice e naturale: “Da dove vieni?”.

Da dove vengo? Cos’è la casa?

La casa è la mia cultura o il luogo dove ho trascorso più tempo, è il luogo di nascita o il paese dove vivo ora oppure casa è semplicemente quel qualcosa che ci definisce nell’intimo?

Avendo vissuto in molti luoghi, le tappe importanti della mia vita non sono riconducibili ad un unico scenario, e la “casa” a tratti diventa sfocata e piccolissima, o al contrario diventa enorme fino a confondersi con la natura che la circonda.

Casa è più una sensazione che un luogo reale.

Sono nata e ho trascorso quasi 8 anni della mia vita in uno dei paesi più belli del mondo, che mi rimarrà tatuato nel cuore, l’Africa.

Non sono in grado però di dire in quale stato dell’Africa. In tutti i documenti ufficiali c’è scritto “Nata ad Asmara – Etiopia”, ma se cerco Asmara su Google leggo che si trova in Eritrea, lo stato a cui apparteneva fino al 1962 e lo stato a cui è ritornata ad appartenere nel 1993.

Asmara si è quindi “spostata”, suo malgrado, pur cercando di rimanere se stessa.
Anche io, mio malgrado, mi sono dovuta spostare da Asmara, a causa di una guerra di indipendenza tra Eritrea ed Etiopia che ha causato morte e devastazione per lunghi decenni.

Mi sono chiesta a quale dei due stati sento di appartenere, a quale popolo mi sento più vicina.

Ad entrambi! 

Una parte di me sarà sempre africana.

Eritrea-sole-dalak

Eritrea, Isole Dalak

Nei miei ricordi Asmara era il campetto dove giocavo a calcio con i vicini di casa, mentre la sensazione di casa vera e propria me la dava Massawa, sul Mar Rosso, dove trascorrevo i weekend in simbiosi con una natura incontaminata e tanti amici di ogni nazionalità.

Ho lasciato la casa africana nel 1974, dopo mesi trascorsi barricata in casa o nei rifugi dell’Imperial Hotel a causa del coprifuoco. Noi bambini e le nostre mamme siamo riusciti a partire, mentre i papà sono stati costretti a rimanere. Li avremmo rivisti solo un anno dopo.
Siamo andati ad Addis Abeba e dopo qualche mese a Roma, dove abitava la nonna e dove ho terminato l’anno scolastico. Roma è una casa che ho amato moltissimo, ma non era ancora quella definitiva perché la meta finale era Torino.

È qui che ho trascorso la maggior parte della mia di vita, continuativamente fino alla fine del liceo, poi solo a sprazzi. È qui che si trova tuttora la maggior parte degli amici, la famiglia, la casa.
Ma paradossalmente è proprio Torino che sento meno mia, per una questione di mentalità e forse anche di clima.
Torino non è mai stata casa, anche se ci ho trascorso dei bellissimi anni.

etiopia-valle-omo

Etiopia, Valle dell’Omo

Casa è dove mi sento “me stessa”

Appena compiuti 18 anni e finito il liceo, sono ripartita per il mondo, questa volta da sola.
Ho trascorso 4 anni in Francia, frequentando l’università a Chambéry quando ancora non esisteva il programma Erasmus, e da quel momento ho preso il largo.

Spagna, Germania, Inghilterra, Grecia, 8 anni su e giù per il sud-est asiatico, un anno a Barcellona e poi ancora a Torino, nel momento in cui “ho messo su famiglia”.

Spostandomi ho sempre vissuto intensamente, dove e come desideravo, scoprendo che mi sento a casa in molti, moltissimi posti, praticamente in tutti quelli dove mi sento me stessa.

Mi sento me stessa quando incontro nel mio cammino persone apparentemente molto diverse ma fondamentalmente simili a me, come quelle incontrate qui a Bali, che hanno scelto questo luogo come casa temporanea o definitiva.
Bali è un posto speciale: non è il paradiso a tutto tondo che viene dipinto. Piuttosto è un posto dove si vive con semplicità e dove la natura ti entra dentro a partire dal primo istante del mattino.
Ci vivo stabilmente da 6 anni, non appena Beppe e nostro figlio Jacopo hanno dato l’ok alla fase 2 di un vecchio piano B che avevo nel cassetto e che chiamavo B&B… (Barcellona & Bali)

Bali è dove ci sentiamo a casa.

Casa è un concetto in continua evoluzione.

Quando ho discusso del concetto di “dov’è casa” con Jacopo, mi ha detto che si sente a casa a Bali, che questo è il posto dove si sente sicuro, ha gli amici, la scuola ed è dove oggi vuole stare.
Ha detto che ha un forte legame con l’Italia, anche se l’ha lasciata quando aveva solo 8 anni e ci torna solo un mese all’anno.
Dell’Italia ama il cibo, il paesaggio e il “feeling”.
Si sente a casa in campagna nel Monferrato, non a Torino. Sente familiare la casa gialla tra le vigne, che gli ricorda i momenti più felici ed intensi della sua vita di bambino.

Ha aggiunto che per ora è così, poi si vedrà.

Il suo punto di vista sembra non avere confini o limiti.
Lui fa parte dei ragazzi definiti di “terza cultura”, che sono aperti non solo allo spazio e alla distanza, ma alle infinite possibilità di dove possono fondersi socialmente e sentirsi a proprio agio.

Le emozioni sono casa.
bali-casa-oggi

Gli anni universitari vissuti in Francia sono stati significativi e memorabili perché hanno rappresentato un momento di forte crescita emotiva.
Riuscire a superare barriere e difficoltà a quell’età mi ha forgiato, e il vivere in totale libertà è stato impagabile.

Una parte di me sarà sempre francese.

Anche Barcellona rimane un pilastro. Avevo 35 anni quando mi ci sono trasferita ed è stata una esperienza che mi ha ricaricato di energia positiva, arricchendomi di nuovi amici preziosi.
È stata anche lo sfondo romantico in cui è cresciuta la storia d’amore con Beppe, che avevo conosciuto a Torino pochi mesi prima di partire e che è la mia casa.

Non posso che essere grata a quella città, e affermare senza ombra di dubbio che una parte di me sarà sempre spagnola.

Casa è la mia lingua.

Si. Decisamente.

A casa si parla esclusivamente italiano, quella è la lingua che mi rappresenta e rappresenta la mia cultura. Ammetto però che quando mi trasferisco cerco di comunicare con la gente del posto nella loro lingua e per questo mi butto a capofitto nello studio.

Adoro le lingue e le ho sempre considerate una motivazione forte per i miei spostamenti. Anzi mi sento di dire “La motivazione”.

Casa è dove mi sento bene.

Adoro anche il mare, il suo gusto salato e il suono delle onde.
Nel momento in cui mi tuffo nel mare mi sciolgo un po’.
La mia mente si apre e il mio corpo si rilassa… Casa.

Chiacchierare, discutere in famiglia, fare progetti… Casa.

La semplice idea dei famigliari, degli amici, dei viaggi fatti insieme a loro, degli aperitivi e delle cene, dei momenti difficili superati insieme… Casa.

Dove sarà casa domani?

Beppe ed io discutiamo spesso su dove vorremmo trascorrere la vecchiaia.

La nostra futura casa è più di un’idea o di un desiderio.
È un sogno di come ci sentiremo, ci muoveremo e ci collegheremo al mondo che ci circonda. È un concetto futuristico, un potenziale non realizzato.

Sulla carta ci piacerebbe trascorrere 5 mesi a Bali, 4 mesi in Italia e 3 in giro per il mondo, ma rimane ancora un sogno nel cassetto.
Non sono sicura che Jacopo abbia le nostre stesse idee, so che oggi vorrebbe fare l’università in Olanda e ci sembra una buona scelta. Non credo che tornerà mai in Italia, anche se gli auguro di farlo almeno per un periodo della sua vita, dal momento che è nato in uno dei paesi culturalmente più ricchi al mondo.

Per molti di noi expat, i flussi e riflussi naturali delle nostre vite hanno creato un percorso interessante in cui lo spostamento, con le sue infinite scoperte, è stata fonte di ricchezza.
L’allontanamento dal luogo delle nostre certezze, se dettato da scelte consapevoli, è sicuramente un arricchimento personale.

Detto questo, non esiste un modo semplice per rispondere alle domanda “Da dove vieni?” senza raccontare una storia.

In realtà la mia risposta è quasi sempre “sono di Torino”, ma solo voi potete capire che non è così.

Il mio futuro prossimo sarà qui, ma sono curiosa di vedere come Beppe ed io interpreteremo questa esperienza balinese come individui e come famiglia quando il nostro tempo qui sarà finito.

La chiameremo casa?

irina-marito

Puoi  leggere questo post anche nel blog Donne che emigrano all’estero, fai un click qui: Bali: oggi questa è la mia casa… ma dov’e’ casa? 

You may also like

error: Content is protected !!